Alla scoperta di Drøbak - guida per turisti
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www.verneforeningen.nowww.visitdrobak.nowww.oscarsborgfestning.nowww.frogn.kommune.no

Questa guida si propone di renderti più facile riportare una impressione d’insieme di questa cittadina che si può definire come la «cittadina più settentrionale della Norvegia meridionale». Ti suggeriamo uno o più dei tre itinerari qui proposti, a seconda del tempo che hai a disposizione. Tutti gli itinerari hanno inizio dall’Ufficio di Informazioni Turistiche e dall’Acquario, vicino al porticciolo per le imbarcazioni da diporto 1. A Drøbak, ti trovi in una delle tradizionali cittadine del Fiordo di Oslo che si animano d’estate, dove il periodo stagionale ha un ruolo importante nell’influire sull’impressione che se ne riporta; questa va poi confrontarla con la definizione ambiziosa che la vuole «una perla del Fiordo di Oslo».

Drøbak si trova nella parte più stretta del Fiordo di Oslo. Dalla metà del XVIII sec. sulla striscia di sabbia che corre lungo il fiordo si era già stabilito una sorta di abitato con caratteristiche di agglomerato cittadino. La base economica la fornivano le attività legate all’industria dei legnami da costruzione e i traffici marittimi. Nel 1842 la cittadina ottenne privilegi mercantili che la resero indipendente da Christiania (Oslo). Tra il 1850 e il 1900 una delle maggiori attività economiche consisteva nell’esportazione di ghiaccio verso l’Inghilterra e l’Europa.

Anche se l’impressione che si ha di Drøbak è quella di una tipica cittadina di piccole dimensioni, va ricordato che all’inizio del 1800 Christiania, la capitale, aveva circa 8.000 abitanti, Moss ne aveva più o meno 2.500 e Drøbak 1.100. Nel 1962 Drøbak, che era comune con status di città, e Frogn, che era comune rurale, vennero incorporate a formare il Comune di Frogn.

Che cosa significhi il nome Drøbak, non si sa, ma è molto probabile che il nome voglia richiamare le forti pendenze delle strade della zona.

In passato Drøbak ha svolto in parte la funzione di porto esterno di Christiania. Al tempo della navigazione a vela, d’inverno, la parte interna del fiordo di Oslo era chiusa dai ghiacci. Oltre lo Stretto di Drøbak, nella parte che va verso il mare aperto, il fiordo, invece, era spesso navigabile durante tutto l’anno. Le merci destinate alla capitale potevano così essere scaricate a Drøbak e trasportate a destinazione con slitte tirate da cavalli. Un buon numero delle imbarcazioni della capitale svernava a Drøbak per potere riprendere con un certo anticipo le attività in primavera, quando aveva inizio la stagione dei trasporti. Le imbarcazioni in disarmo invernale si trovavano a Kaholmene (Oscarsborg) e nella cala di Vindfangerbukta.

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Itinerario n. 1:

«Il respiro della storia e il frastuono della guerra»

Durata: circa 1 ora

Per il primo itinerario si parte dal porticciolo per le imbarcazioni da diporto, che fu costruito all’inizio degli anni Venti, e da lì si sale fino a Fiskekroken, passando una zona di piccole case di legno che risalgono al XVIII e al XIX sec. Si arriva così a Torget, la piazza, ossia il centro di Drøbak, che è stata rifatta nel 1997, su progetto dello Studio norvegse di Architetti Snøhetta. A Torget le attività sono vivaci e varie e vanno da quelle del mercato, ai concerti e alle attività politiche. Guardando verso ovest, verso il fiordo, sulla sinistra si vede Storgaten 1 2, una grande casa signorile del XIX sec., che è stata scuola media per molti anni, e prima ancora era stata albergo. Era appartenuta ad armatori navali, mercanti di legname ed esportatori di ghiaccio, nonché al console dei Paesi Bassi Henry Parr Samuelsen.

Dietro il piccolo parco con la statua del pescatore che tira lo squisito merluzzo di Drøbak, si trova «Tregaardens Julehus» 3 – la casa di Natale -, in origine luogo di culto, dove l’atmosfera natalizia regna tutto l’anno.

Le case lì vicino sono «Julenissens Postkontor» 4 – l’ufficio postale di Babbo Natale – e la biblioteca cittadina 5. La biblioteca è costruita in uno stile in uso verso la fine del XVIII sec. con richiami rococò sul tetto e con la porta verso la piazza in stile Luigi XVI. In passato tutti e due gli edifici hanno ospitato scuole, e ancor prima erano state abitazioni private di mercanti con le loro famiglie e servitù.

La grande casa di abitazione del mercante di legname, a destra 5, può essere considerata come un esempio dell’architettura edilizia di Drøbak del XVIII sec.: una abitazione borghese, situata in posizione centrale, circondata da case più piccole per uomini di fatica, carpentieri e gente di mare. Si sa anche che nel XIX sec. questo era un complesso abitativo che oltre all’edificio principale comprendeva diversi edifici, quali l’alloggio dei garzoni, la stalla, il porcile e i magazzini. In tutto si trattava di 12 edifici. Bankløkka, il grande spiazzo aperto nella direzione della chiesa, era un prato che apparteneva a questa proprietà. A Drøbak si dice Christian Magnus Falsen avesse scritto qui la bozza della Costituzione norvegese. I due edifici in legno di colore ocra, verso est, uno su ciascun lato della Torggata, sono sedi di imprese mercantili che risalgono al XVIII sec. 6.

Il viale di Kirkegaten, i cui alberi vennero tagliati suscitando un coro di proteste, e rimessi nel 2013, porta alla chiesa di Drøbak, che è del 1776 7. L’iscrizione sopra la porta di ingresso ci dice che tutta la costruzione è una donazione fatta da Niels Carlsen e da sua moglie Martha Zachariasdatter. È la sola chiesa in Norvegia che sia stata donata da una singola persona. L’interno è molto interessante. La pala dell’altare riporta lo stesso motivo di quello della pala della Vår Frelsers Kirke (la Chiesa del Salvatore) di Oslo. Una curiosità da non lasciarsi sfuggire è che l’orologio della chiesa ha soltanto una lancetta.

Nel piccolo parco, lì vicino, c’è il busto di Carlsen 8. Niels Carlsen (1734-1809) era un ricco mercante e uno dei maggiori armatori norvegesi della fine del XVIII sec. Possedeva gran parte dei terreni di Drøbak situati lungo il fiordo e possedeva tra l’altro gli isolotti sui quali ora si trova la fortezza di Oscarsborg. Fu il cittadino più influente del luogo e un grande benefattore, e questo lo prova tra l’altro la donazione della chiesa. Le iscrizioni riportate sia sopra l’ingresso principale che sopra la porta che guarda verso nord la dicono lunga sullo spirito del tempo. La tomba della famiglia Carlsen, al cimitero, è situata entro un recinto, sollevata dal suolo. Vicino alla chiesa si trova anche l’ingresso a Badeparken (Parco balneare) con rocce nude e lisce sulla riva, spiagge per fare bagni e sentieri per passeggiate. In questo parco si trovano anche resti di un edificio dell’inizio del ‘900 dove si facevano diversi tipi di bagni 17. Qui si potevano fare il bagno romano (bagno ad aria calda secca), i fanghi e altri bagni terapeutici. A Drøbak, come in altre cittadine della costa, dopo che la navigazione a vela aveva perso terreno a favore di quella a vapore e il commercio del legname e l’esportazione del ghiaccio erano diventate attività di poco rilievo economico, si cominciò a puntare sul turismo.

Al centro del parco c’è il busto del colonnello Birger Eriksen 9, che diede l’ordine di aprire il fuoco contro l’incrociatore tedesco «Blücher» il 9 aprile 1940. Il colonnello volge lo sguardo verso la fortezza di Oscarsborg da dove partirono i colpi che affondarono l’incrociatore nello Stretto di Drøbak, riuscendo a ritardare l’occupazione di un giorno, cosa che permise al governo norvegese e al Re di evitare di cadere prigionieri dei tedeschi. Pochi metri a est della chiesa c’è un edificio caratteristico, in legno, di forma quadrata, anche questo oggetto di una donazione della famiglia Carlsen 10. Si chiama «Drøbak Hospital» (Ospizio di Drøbak) e una iscrizione sopra l’ingresso principale (che è volto verso est) ci dice quale era l’intenzione che il donatore si proponeva donando l’edificio. Questa è stata la prima casa di riposo per anziani della cittadina e oggi è un centro di attività per le persone anziane. Giusto a sud di «Hospital» si può vedere un edificio del XIX sec., con le pareti esterne rivestite da tavole di legno 11. Qui ha avuto sede la prima scuola di Drøbak.
Anche questo edificio è stato donato da Carlsen. In seguito nell’edificio ebbe sede una farmacia; si può vedere qualcosa in merito sulla facciata e sul cancello in ferro battuto che dà accesso al giardino. Vicino a questo cancello c’è una stele sulla quale si intravedono il monogramma di Re Haakon VII e l’anno 1905.

Proseguendo lungo la Niels Carlsensgate in direzione nord, si vede una grande casa signorile posta quasi di traverso rispetto alla direzione della strada 12. Questa era l’edificio che Carlsen in origine aveva acquistato intorno al 1750 e che poi aveva ingrandito per farlo diventare una splendida abitazione. In questa zona, prima, c’erano state diverse case, tra l’altro un annesso. Anni dopo, l’edificio divenne la sede del tribunale rurale, retto dal giudice rurale Hans Petter Ellefsen. Questo edificio viene chiamato ancora «Skrivergården» (Tribunale rurale) e oggi appartiene all’Esercito della Salvezza.

Si va verso destra e si sale la Sorenskriver Ellefsen vei; in cima, si passa davanti alla casa per anziani «Grande» 13, un grande edificio in mattoni che si trova sulla sinistra. All’isola rotazionale si va a sinistra e quindi si scende Hagenbakken fino al primo incrocio. Si piega quindi a destra, si scendono le scale di Bentsebakken e si arriva giù a Sundbrygga.

Da qui si ha una bella vista della fortezza di Oscarsborg 14. L’operazione militare che la fortezza compì il 9 aprile 1940, quando la squadra tedesca che doveva prendere Oslo venne fermata e trattenuta, è un avvenimento di grande importanza nella storia della Norvegia. L’incrociatore «Blücher» affondò vicino agli isolotti Askholmene, che si possono intravedere al centro della corsia marittima verso Oslo. Le attività militari della fortezza cessarono nell’autunno del 2002. E ‘possibile visitare l’antica fortezza con il traghetto che va da Sundbrygga.

Si torna a Husvikveien e si prende a destra verso sud. I muri e i grandi edifici rossobruni nascondono Ringgården 15, una bella costruzione che risale al XIX sec., con gli annessi, i locali per le feste, il parco e il padiglione. La proprietà e l’area intorno sono un altro esempio dell’ «agglomerato cittadino» di Drøbak: la residenza del mercante con gli annessi e le piccole abitazioni per la gente comune riunite a gruppi, tutt’intorno.

Poche centinaia di metri più avanti, sulla destra, di fronte a Skrivergården, si trova «Villa Parr» 16. Søren Parr, che l’ha avuta in proprietà a partire dal 1850, era uno dei maggiori esportatori di blocchi di ghiaccio, ghiaccio di acqua dolce, attività che in questa zona aveva avuto grande importanza economica tra il 1850 circa e la prima guerra mondiale (1914-18). Il ghiaccio veniva inviato per nave in Gran Bretagna e in Olanda. Sul prato, giù, vicino all’acqua c’erano molti magazzini per i blocchi di ghiaccio, con gli scivoli, l’uno vicino all’altro. Anelli di attracco e dispositivi di ormeggio per le imbarcazioni si vedono ancora sulle rocce intorno.

Proseguendo nella discesa, verso destra, si arriva a una spiaggia per il pubblico che si spinge fino a Båthavna, il porticciolo per le imbarcazioni da diporto. Procedendo lungo la spiaggia si passa Drøbaks Varmbad 17, una struttura terapeutico-ricreativa, dove si facevano fanghi e massaggi fin dal 1902. Qui si trovano le sale di esposizione del Verneforeningen Gamle Drøbak, l’Associazione Vecchia Drøbak, e dell’Associazione degli Artisti. Le esposizioni si succedono tutto l’anno. Muro a muro con Varmbad, c’era un bagno idroterapico con acqua corrente con sezioni distinte per uomini e donne. Oggi non rimane che una piccola parte dei bagni originari.

Ancora più avanti, verso sud, si passano «Park-kafeen» e l’ «anfiteatro» del Badepark, che si usa per i programmi di divertimento che hanno luogo durante l’estate. Una volta superato il dosso della collina, sulla destra si vede un grande edificio in «stile svizzero», Universitets marinbiologiske stasjon 18, la Stazione di Biologia Marina dell’Università, costruita nel 1894.

Si arriva al porticciolo delle imbarcazioni da diporto. Sulla sinistra ci sono degli edifici in muratura, dove una volta c’erano dei cantieri dove si costruivano imbarcazioni, la centrale elettrica, una fabbrica di prodotti chimici e una fabbrica di carta da parati. Questi locali sono stati ristrutturati in appartamenti. Il grande edificio in legno con la facciata verso il porticciolo, era uno dei molti domicili che il pittore Christian Krohg aveva a Drøbak. Proseguendo ancora verso sud c’è «Skipperstuen» 19, La Taverna del Marinaio, un popolare posto di ristoro che praticamente conferma a buon diritto il nome che porta. A suo tempo, la casa apparteneva al capitano d lungo corso Søren Hagbarth Haagensen. Si continua ancora verso sud e passando per il porticciolo delle imbarcazioni da diporto si ritorna a Turistinformasjonen 1.

Itinerario n. 2:

«Bagni e artisti»

Durata: circa 1 ora

Da Turistinformasjonen 1, con l’Acquario e il Lutefiskmuseet, il museo del baccalà, si va prima a fare un giro sul Molo A, a godere lo spettacolo del meraviglioso Fiordo di Oslo e vedere passare le grandi navi da crociera e le navi di linea che fanno la spola tra Oslo e diverse città europee. Lungo il cammino si passa davanti a una bella scultura che raffigura tre sirene, opera del pittore e scultore Reidar Finsrud. Tornando dal molo si vede un abitato di piccole case disposte intorno alla vecchia spiaggia dei pescatori.(1750-1850). Si va quindi a destra, verso sud, lungo la Havnegaten.

La grande piazza dietro l’Ufficio di Informazioni Turistiche è stata centro di attività per diversi secoli. Nel XVIII sec. questa area era di proprietà della famiglia Carlsen che la utilizzava come area di deposito per il legname da costruzione che veniva esportato verso l’Olanda, l’Inghilterra e verso altri paesi europei. In seguito il luogo venne utilizzato per la vendita di materiale da costruzione, di carbone e di coke, e infine divenne un grande deposito di sabbia. Fino al 1974, vicino al molo, c’era un grande edificio di tre piani in legno, adibito a magazzini.

Più avanti verso sud, la via cambia nome da Havnegaten a BadehusgatenV20. Nei tempi andati qui c’era lo stabilimento balneare di Larsen. La strada, stretta e pittoresca, passa davanti a vecchie case in legno ben curate che risalgono al secolo scorso. Ci sono stati un paio di interventi non proprio riusciti, ma il resto ha mantenuto molto della bella atmosfera di un tempo.
La casa al n. 23 ha mantenuto molte delle sue caratteristiche originarie. Quelle al n. 18 e al n. 25 sono state rinnovate senza che vi siano stati apportati grandi cambiamenti. La grande casa rossa al n. 28, sulla curva in discesa verso Hamborgveien, merita decisamente qualche attenzione. Si tratta di una casa molto vecchia che mantiene intatto molto del suo stile originario.

Nella zona portuale, a destra, un tempo c’erano un terreno per le operazioni di carico e un molo per le navi a vapore; Hamborgs brygge 21, il molo di Hamborg.
Qui, delle vecchie strutture, non si può rintracciare più nulla, ma a compensare è stato creato un porticciolo da diporto per le imbarcazioni dei turisti. C’è anche un bel ristorante, piacevole luogo di incontro sul bordo dell’acqua. In questa area il nome Hamborg si trova a designare case e strade. Il gruppo di case sulla sinistra, che stanno l’una a ridosso dell’altra, e le altre case della zona interna dell’insenatura, sono indicate sotto il nome di «Filisterkroken» 22, nome questo di origine non conosciuta.

Lungo la spiaggia, andando verso sud, si arriva a ‘gamle Tollboden’, la vecchia Dogana, che oggi appartiene all’Università di Oslo 23. In passato, la dogana stava a Sand, dall’altra parte del fiordo. Col crescere dell’importanza di Drøbak, la dogana venne trasferita qui all’inizio del XVIII sec. La dogana di Drøbak divenne importante soprattutto nel periodo del proibizionismo (1916-26) per via del contrabbando degli alcolici e di eventi con risvolti drammatici che si verificavano sul fiordo. Ora si gira a sinistra al n. 42 di Storgata, si risale Tollbodbakken e si prende a destra. Qui, tra il n. 8 e il n. 3 c’è il tratto di strada più angusto di Drøbak; 24 Christian Krohgs vei. Le case qui sono così vicine che allargando le braccia si possono toccare. Ci troviamo a «Bråtan», un posto dove sono venuti molti artisti. Anton Thoresens vei prende il nome dal popolare pittore originario di Drøbak che abitava al n. 3 25. Sopra al n. 7. si leva la casa del pittore Wilhelm Otto Peters 26. Si scende Petersbakken, si volta a sinistra al n. 16 di Jørnsebakken, e si risale la china. Vicino al vecchio limite di demarcazione della cittadina, Jørnsebakken cambia nome per chiamarsi Vestbyveien, che poco a poco diventa pianeggiante. Si prosegue fino al n. 47, una casa, restaurata, in stile svizzero 27.

Prima di prendere a destra per scendere Wilhelmsbakken, si possono percorrere 200 metri sulla Vestbyveien e andare a vedere «Maurbakken» n. 54, una casa con abbaini e un piccolo padiglione. Questa casa venne costruita da Knut Hamsun nel 1905 28. Ancora un po’ più verso sud ci sono le spiagge balneari e le aree per attività all’aperto di Torkilstranda e di Skiphellebukta. Si scende Wilhelmsbakken fino a Johanne Dybwads vei. La casa bassa sulla sinistra vicino all’incrocio apparteneva al pittore Edvard Diriks 29. In origine quella era la casetta di due stanze di un pescatore. Vi viveva il pescatore Peder Klausen con la moglie e 9 figli. Diriks vi abitava sei mesi l’anno, e il resto dell’anno lo passava a Parigi. Nel 1903 Gunnar Heiberg vi ha scritto il suo capolavoro «Kjærlighetens Tragedie», La Tragedia dell’Amore. Il pittore Olaf Gulbransson abbozzò sulle pareti del soggiorno la silhouette dei membri della famiglia Diriks. In anni recenti la casa è stata ampliata.

Là dove finisce la Johanne Dybwads vei, si trova la grande casa di Ludvig Skramstad 30. Giù, in fondo a Wilhelmsbakken c’è Sprostranda, una bella spiaggia per famiglie con bambini piccoli 31. Si procede ancora verso nord lungo la pittoresca Strandveien e si passa davanti al n. 3 che una volta si chiamava Obstfeldershus 32.

Si ritorna così a Jønsebakken e sulla sinistra, all’incrocio, c’è la casa del pittore Olaf Holwech con l’atelier 33. Sotto al giardino di Holwech c’è la stazione dei piloti marittimi che per molte estati è stata il posto dove soggiornava Christian Krohg. A Drøbak Christian Krohg trovava modelli per i suoi quadri, tra gli altri quello del pilota marittimo nel quadro «Grumset farvann» 34, Acque torbide. La casa lunga di colore ocra, in fondo a Jørnsebakken, a destra, al n. 2, è del XVIII sec. e merita qualche attenzione 35. Si è di nuovo a Storgata, vicino all’albergo Reenskaug 36. Al n. 24 si gira a destra e si entra a Tranga (strada stretta), una stradina che merita il nome che ha.

Un po’ più su, nel vicolo, si passa davanti alla vecchia stazione dei pompieri 37 con la sua torre dove venivano appese ad asciugare le manichette antincendi (n. 3). Nell’edificio lungo dietro la torre (Damveien 6), al primo piano c’era la prigione di Drøbak 38. La prigione era nota per non essere particolarmente sicura in caso di effrazioni, con grande delizia della stampa della capitale e della stampa satirica. Tranga sbocca su Osloveien. Da qui, andando a sinistra, si scende verso Torget, la piazza, e poi, ancora più giù, si arriva a Båthavna, il porticciolo per le imbarcazioni da diporto.

 

Itinerario n. 3:

«Colline, prati e moli»

Durata: circa 1 ora

Da Turistinformasjonen 1 si va a sinistra e si risale la china vicino a Skipperstuen 19 per arrivare alla piazza. Da lì si procede verso est, si attraversa la piazza e si risale Torggaten 6. In fondo alla strada c’è un edificio ben tenuto che per molti anni ha ospitato un negozio di confezioni e mercerie 39. Anni prima qui c’era il «Samlag» di Drøbak, negozio questo che aveva il diritto esclusivo di vendita di vino e di alcolici e che era il Vinmonopol di allora. C’era la vendita dei superalcolici a sinistra, mentre a destra c’era il locale di mescita dove si pagavano 10 øre per un bicchierino di quello forte. Dall’altra parte della strada c’è un edificio restaurato di recente 40, «Tregaarden», dove a suo tempo risiedeva e gestiva la sua drogheria il commerciante Skancke. Si dice che il pittore Olaf Gulbransson, che tra l’altro aveva illustrato «Trangviksposten» di Jacob Hilditch, una raccolta di caratteri locali, avesse preso Skancke a modello per la figura del «Major von Knarren», illustrazione caricaturale di un personaggio di Drøbak un po’ tronfio. Oggi in questo edificio c’è la galleria di Fredrik Stabel, scrittore e artista, e Avistegnerenes hus, una specie di museo dove sono raccolti disegni e caricature che appaiono sul giornale locale.

Vicino alla casa di Skancke c’è un nuovo edificio in muratura – Misjonshuset –, costruito lì dove prima c’era la prima tipografia di Drøbak e la sede del giornale, che un incendio aveva distrutto nel 1901.

Ai piedi di Buggebakken comincia la Fjellveien, sulla sinistra, vicino al n. 4 di Buggebakken. Seguendo questo itinerario non mancheranno le salite! Si seguono le molte curve di Fjellveien, sempre salendo, per arrivare in una contrada che porta il nome poetico di «Le colline a Est».

Lì dove Fjellveien sbocca in Seimbakken si volta verso destra e si continua a salire fino all’incrocio in cima. La grande casa bianca in cima alla salita a sinistra è Prestegården 41, l’abitazione del parroco. Si continua lungo Seierstenveien. La strada a sinistra porta alla Scuola elementare e alla Scuola media, ai campi sportivi, al Museo di Follo, a Veisvingbatteriet e a una grande area con terreno a profilo variabile per passeggiate. Seierstenveien porta a Osloveien, dove si svolta a destra e si continua scendendo lungo un sentiero pedonale. Dopo un po’ si arriva a un fienile rosso, sulla destra 42. Questo è l’ultimo degli annessi che appartenevano a «Løkke-eiendommene», la fattoria di Bochlum. Qui la gente di campagna lasciava i cavalli quando aveva cose da sbrigare giù in città.

Si attraversa la curva con grande prudenza e attenzione e si continua scendendo lungo la Osloveien fino a Tranga (strada stretta), un vicolo che merita il nome che ha. Questa parte si chiama «Råkeløkka». A Tranga 3, con la sua alta torre per fare asciugare le manichette antincendi, c’era la vecchia stazione dei pompieri 37.

Un po’ più in basso, verso sud, c’è un lungo edificio (Damveien 6) 38, dove al primo piano c’era la prigione di Drøbak nota per non essere particolarmente sicura in caso di evasioni. La situazione poteva anche essere piuttosto spassosa. C’è stato un tempo in cui tutte le forze di polizia di Drøbak consistevano di 1 – una – persona, che, in più, non pare avesse una grande corporatura.

Da Tranga si continua a scendere, mentre la strada è meno stretta di prima, e di lì a poco si arriva nella strada principale di Drøbak, la Storgata, al n. 24, e si gira a sinistra. Si passa tra l’altro davanti all’albergo Reenskaug, ai ristoranti, per arrivare a Storgata 43, dove c’era la vecchia Dogana di Drøbak 23, che era importante soprattutto nel periodo del proibizionismo (1916-26). Ora la Dogana non esiste più e l’edificio è di proprietà dell’Università e ospita la Stazione biologica dell’Università. Seguono i moli di Drøbak, ben allineati e ricchi di tradizioni. Quello che si trova dove finisce Storgata si chiama Molo di Lehman 43, che ha preso il nome del direttore della compagnia di trasporti Drøbak Dampskipsexpedition. Qui c’era l’attracco del traghetto e la stazione degli autobus, vero punto nodale del traffico che attraversa Drøbak. Al molo attraccavano almeno una ventina di navi al giorno con merci e passeggeri diretti anche verso l’entroterra di Frogn e in parte anche verso le cittadine di Vestby e Ås. Uno dei pochi passatempi della vecchia Drøbak era quello di andare al molo e vedere il traffico delle navi. L’ultima nave dalla capitale arrivava alle 10 di sera, e d’estate la gente andava dal lì a Badeparken, dove si ballava al suono di un grammofono a manovella. Torniamo e seguiamo Storgata di nuovo fino a Tollboden. Lì si gira a sinistra e si prende Badehusgata per andare a vedere un gruppo di casette bianche che stanno letteralmente l’una addosso all’altra 22. Questo posto si chiama Filisterkroken, nome peraltro di origine sconosciuta.

il Molo di Hamborg, dove in passato si facevano operazioni di carico e vi attraccavano le navi a vapore, si vede sulla sinistra 21. Si percorre la Hamborgveien e si risale «Raskebekken» sulla quale sono passate enormi quantità di merci dirette al mare. Risalendo Storgata si passa davanti a molti dei negozi e magazzini della cittadina.

Al primo incrocio si prende a sinistra e si passa l’angolo della vecchia casa del macellaio Abrahamsen 44. Si scende quindi per Carlsensbakken e si è di ritorno all’Acquario e a Turistinformasjonen 1.

Se hai seguito uno o più degli itinerari proposti, forse ora hai voglia di farti un giro per conto tuo. È una buona idea, perché questa «perla del Fiordo di Oslo» ha tante altre cose da mostrare al turista oltre a quelle che abbiamo menzionato qui sopra. Ti auguriamo una bella passeggiata e che la caccia a nuove impressioni ti sia propizia!

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